
HOLOTHURIA
Valutazione dello stato della risorsa Holothuria spp. in ambiente marino costiero in Italia, messa a punto di biomarker lipidici per la caratterizzazione degli stock e indagini sull’impatto economico del prelievo
Inquadramento
Gli oloturoidei o oloturie (Holothuroidea, de Blainville 1834), comunemente noti come cetrioli di mare, sono una classe del phylum degli Echinodermi, con specie diffuse sui fondali marini di tutto il mondo, a batimetrie che si estendono dalla superficie fino ad oltre 100 metri di profondità. Quasi tutte le specie sono bentoniche, capaci di lenti spostamenti sul fondo, come nel caso degli Aspidochirotida. Sono organismi detritivori, ingeriscono il sedimento selezionando la componente organica insieme ai microrganismi ad essa associati. Hanno quindi una funzione ecologica centrale nel riciclo del sedimento marino e nell’abbattimento del materiale organico che si deposita sulla superficie dei fondali. Le oloturie possiedono grandi capacità rigenerative: tramite il processo di eviscerazione sono in grado di espellere il lungo intestino, i polmoni acquiferi e l’unica gonade, per distrarre un eventuale predatore e facilitare la fuga, salvo poi rigenerare gli organi in breve tempo. Questa loro peculiarità biologica le ha rese oggetto di attenzione da parte dell’industria farmaceutica orientale, dove vengono utilizzate come rimedio contro asma, ipertensione, reumatismi e danni provocati da ustioni, oltre che come antiparassitari.
Le caratteristiche nutrizionali delle oloturie sono state studiate recentemente per una decina di specie in virtù del loro utilizzo nell’industria alimentare asiatica, dove vengono consumate in forma essiccata nota come “trepang”.
Il fenomeno della pesca massiva delle specie mediterranee è molto recente. Nel Mediterraneo, fino a pochi anni fa, la pesca delle oloturie, confinata a poche zone costiere in Italia, era finalizzata al loro impiego come esche per la pesca artigianale e per la pesca sportiva. Per questa ragione, non ha avuto un impatto significativo sulle popolazioni naturali e non è stata quindi oggetto di una regolamentazione specifica.
Recentemente, l’interesse dei pescatori verso questi invertebrati è sensibilmente aumentato tanto da portare, in alcune zone d’Italia, ad uno sfruttamento indiscriminato della risorsa mirata all’esportazione verso il mercato asiatico.
In assenza di una legge ad hoc per la loro protezione, la loro tutela può derivare al momento in maniera indiretta dalla direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino. Con il DM n.681269/2021 del MIPAAF, che ha stabilito il divieto di “…pescare, detenere a bordo, trasbordare, ovvero sbarcare, esemplari di oloturie fino a dicembre 2022”, si è temporaneamente fatto fronte al vuoto legislativo nazionale relativo alla protezione delle specie Mediterranee del genere Holothuria.
Ad oggi manca tuttavia una valutazione dello stato della risorsa che possa costituire una base necessaria di conoscenza al fine di calibrare le future politiche di gestione e conservazione della specie che rappresenta essa stessa anche un potenziale indicatore ambientale.
Il progetto
Il progetto, coordinato dal CREA – ZA con la partecipazione dell’Università di Roma “Tor Vergata” e dell’Università di Bologna, ha come obiettivo generale:
- la valutazione dell’impatto della pesca massiva sulle popolazioni di Holothuria spp., sia relativamente alla struttura di popolazione che dal punto di vista degli effetti socio-economici della pesca illegale;
- mettere a punto un protocollo per caratterizzare differenti popolazioni naturali di oloturia utilizzando come biomarcatori gli acidi grassi (in particolare gli acidi grassi polinsaturi, PUFA).
Come obiettivi specifici, invece:
- Valutazione dello stato della risorsa del genere Holothuria spp. lungo le coste italiane: distribuzione delle specie di oloturia, con particolare riferimento alle specie H. tubulosa e H. polii.
- Caratterizzazione e discriminazione di specie e/o stock differenti del genere Holothuria
- Analisi economica del mercato legale e illegale

